Giulia DISEGNA dialoga con l’autrice
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Se ascoltassimo il bambino che è in noi, la sua fantasia ci tirerebbe fuori da tutti i guai.
«Ci sono romanzi che compiono il miracolo di creare una voce, renderla credibile e degna di essere ascoltata. L’autrice compie un doppio miracolo: la voce del suo romanzo è quella di una bambina e senza sentimentalismi arriva al cuore di noi adulti che la leggiamo.» – Alberto Grandi, Wired
Una lucciola! Lo so ma statti fermo, dico. Lui si sdraia ma gli esplodono gli occhi. La seguiamo mentre vola e lampeggia, io abbasso le palpebre a intermittenza: quando è spenta le chiudo e quando è accesa le apro così tutte le volte che la guardo è luminosa. Poco dopo ne arriva un’altra e la raggiunge, si avvicinano alle nostre pance, hanno sentito i fiori. Si avvicinano da tutte le direzioni, sono tante, così piccole che anche quando passano sulle nostre facce non fanno nessun rumore. Si posano sui denti di leone per qualche istante, poi volano via. Mangiano sopra di noi, forse mangiano pezzi di noi e poi ci spargono nell’aria.
Io mi chiamo Mina e mi piacciono molte cose: denti di leone, tonno in scatola, libri, ricotta, lucciole e soprattutto i draghi, e le fiamme che escono dalla loro bocca. I draghi nessuno li uccide, sono fortissimi e per questo io mi sento una di loro, infatti la prima volta che ho visto Lorenzo non mi sono neanche spaventata. Lui era infuriato, urlava forte e mi ha lanciato un’occhiataccia. Ma io lo so che era solo molto arrabbiato, come me. Stare qui non ci piace per niente e questo è stato un ottimo motivo per diventare amici. Insieme facciamo sul serio. Siamo davvero due brutti ceffi e di fronte a noi se la danno tutti a gambe, perfino la paura. Il nostro mondo ha le regole che abbiamo deciso: ci sono mostri dentro i laghi, gnomi che aspettano il diploma di magia, gocce d’acqua che diventano animali fantastici e licantropi che esistono davvero. Chi non ci crede noi non lo ascoltiamo perché nonostante quello che dicono gli adulti, questa non è immaginazione. Questa è la realtà. Quella migliore per mettere a punto il nostro piano segreto. Un piano di fuga coi fiocchi. Perché io e Lorenzo dobbiamo scappare. Andarcene via dall’ospedale dentro cui viviamo ormai da troppo tempo e raggiungere il mondo fuori. Perché quando rivedremo il cielo, ogni cosa cambierà. Perché quando siamo insieme non ci batte nessuno.
Ci sono esordi che risuonano nel cuore di chi li legge per molto tempo. È così per La bambina sputa fuoco. Noi siamo Mina quando ascoltiamo il bambino che abbiamo dentro. Quando lasciamo che la fantasia ci faccia da guida. Quando ci fidiamo di un’amicizia vera, che non ci fa sentire soli. Tratto dall’esperienza dell’autrice, è un romanzo che insegna come il potere dell’immaginazione possa tirarci sempre fuori dai guai.
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