Giandomenico Cortese dialoga con l’autore
Il racconto verace di quel che visse e scrisse Giambattista Vico nella Napoli a cavallo tra il Seicento e il Settecento
«Ma chi è quel cristiano secco e bassolino col bastone appuntito che attraversa ogni mattina Spaccanapoli? Se ne va sempre solo, cammina piano, sembra un poco scartellato, come dicono qui…» L’uomo dal fare modesto e dall’aspetto dimesso che nel 1730 – a sessantadue anni – percorre le vie di Napoli è in realtà uno dei più fulgidi e influenti
pensatori del suo tempo, forse il più importante in assoluto: Giambattista Vico.
Che ha appena dato alle stampe la seconda edizione, riveduta e ampliata, del suo capolavoro: La scienza nuova. Quell’anno e quell’opera lo consacreranno «alla posterità e alla notorietà, segnando l’inizio del suo periodo aureo».
Un periodo, però, fin troppo breve, perché spesso il suo fondamentale contributo è stato frainteso o sminuito, tanto dai contemporanei quanto dai posteri. Eppure, dal Medioevo fino al Novecento, Vico «primeggia, precorre tempi e pensieri, lascia impronte destinate a fruttare e semina intuizioni che ciberanno pensieri e pensatori del futuro». Come ci
ricorda Marcello Veneziani, egli si pone al crocevia della cultura mediterranea; «fonda il pensiero della storia, nutre la filosofia con la filologia, intuisce le origini favolose e poetiche dell’umanità, intreccia ragione e fantasia, tradizione e modernità, visione cristiana e visione classica della storia, disegna una teologia civile, risale alle fonti della
religione e infine ritrova nelle vicende umane, storiche e mondane, la traccia di Dio e della Provvidenza».
Con il piglio del cantastorie e la precisione dello storico, Veneziani ci racconta la vita tormentata di uno dei grandi filosofi della nostra tradizione. Tutto scorre come in un romanzo, ma ogni dettaglio è veritiero: la nascita e l’infanzia travagliata; il lavoro di precettore; i primi passi accademici; le incredibili vicissitudini familiari; i rapporti con la Chiesa, i reali e la nobiltà; le opere incomprese; la vecchiaia, la morte e la farsa dei funerali ripetuti; la gloria postuma. Vico dei miracoli è un libro inconsueto e avvincente, il quadro potente di un’epoca, di un pensiero originale e di un uomo grande e singolare.
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MARCELLO VENEZIANI, (1955), giornalista e scrittore, è autore di numerosi saggi di storia delle idee, filosofia civile e cultura politica, oltre che di testi letterari.
Ha fondato e diretto riviste quali «L’Italia Settimanale» e «Lo Stato», e collaborato con diversi quotidiani e settimanali: attualmente è editorialista della «Verità» e di «Panorama». Tra le sue tante opere, Dante, nostro padre (Vallecchi) e Alla luce del mito, Nostalgia degli dei, Imperdonabili, La Cappa e Scontenti (editi da Marsilio).
Tra le sue opere narrative Vivere non basta su Seneca (Mondadori), Vita natural durante dedicato a Plotino e il romanzo spirituale La leggenda di Fiore (editi da Marsilio).
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